domenica, dicembre 31, 2006

Preghiera di S. Caterina

O Spirito Santo, vieni nel mio cuore; per Tua potenzia trailo a Te, Dio vero, concedimi carità con timore; custodiscimi da ogni mal pensiero, riscaldami e rinfiamma del Tu' amore, si che ogni peso mi paia leggero.
Santo mio Padre e dolce mio Signore, ora aiutami in ogni mio mistiero,
Cristo amore! Cristo amore!

(Scritta miracolosamente da S. Caterina con cinabro su pergamena.)

Santuario Casa S. Caterina - Siena

sabato, dicembre 02, 2006

Maggiorino Vigolungo, Apostolo della Comunicazione Sociale

Maggiorino VigolungoCENNI BIOGRAFICI

Maggiorino Vigolungo nacque a Benevello d'Alba, il 6 maggio 1904, da modesti genitori, umili lavoratori dei campi, ma ricchi di fede.
Di intelligenza aperta e di temperamento molto vivace, voleva essere il primo in tutto: nello studio, nel gioco, nel lavoro, nella bontà.
Incontratosi con Don Giacomo Alberione, Fondatore della Famiglia Paolina, Maggiorino iniziò con lui la direzione spirituale e si entusiasmò di tre cose che divennero il suo ideale: farsi presto santo; divenire sacerdote; essere apostolo della buona stampa.
Rispondendo all'invito del Signore, il 15 ottobre 1916 entrò nella Pia Società San Paolo. Aveva 12 anni. Lieto della sua vocazione e di poter predicare il Vangelo con la stampa e la diffusione dei buoni libri e giornali, seppe reagire con fermezza a chi lo tentava di ritirarsi dell'Opera di Don Alberione. In quella occasione scrisse alla famiglia: "Pregate che non abbia da tradire la mia vocazione, che è la più bella di tutte".
Amante dell'Eucarestia, seppe imporsi anche gravi sacrifici per non rinunziare alla santa Communione. Un giorno d'inverno, dopo aver fatto 14 Km. di strade in gran parte a piedi, arrivò dal paese alla città Alba digiuno, intirizzito e stanco verso le nove del mattino. A chi gli offriva una tazza di latte rispondeva: "Si, ma prima la Comunione".
Non volendo accettare nella sua vita la mediocrità, egli si propose come programma di vita di "progredire un tantino ogni giorno". Fu fedele a questo suo proposito fino alla morte, compiendo mirabili progressi nella virtù e nell'apostolato.
A 14 anni compiuti, colpito da grave malattia, a Don Alberione che gli domandava se desiderasse guarire o andare in Paradiso, rispondeva: "Desidero fare la volontà del Signore". Volentieri offerse la sua vita per la nascente Famiglia Paolina e per il suo apostolato nel mondo.
Mentre i suoi compagni concludevano il triduo offerto per lui al Signore, sabato 27 luglio 1918, Maggiorino lasciava la terra per il cielo. Le sue ultime parole furono: "Mi saluti tutti i miei compagni; che preghino per me e che abbiamo a ritrovarci tutti insieme in Paradiso".

PENSIERI

"Voglio progredire un tantino ogni giorno".
"Si può diventare santi in qualunque stato o condizione; anche nel nostro secolo, perchè abbiamo gli stessi mezzi dei primi tempi della Chiesa".
"La Stampa è la prima potenza, quella che dirige la volontà; voglio perciò darle la massima importanza".
"La vocazione è cosa di massima importanza; bisogna che io l'assecondi in tutto".
"Dobbiamo essere tutti uniti insieme, amarci tutti, pensare tutti quanti col nostro Maestro, unirci col capo; insomma obbedire a tutti i nostri Superiori, ed ancora fra di noi essere con un solo cuore".
"Voglio che l'anima mia sia innamorata die Gesù Maestro".

PREGHIERA

Padre Celeste, ti ringraziamo per aver eletto Maggiorino Vigolungo a predicare il Vangelo in tutto il mondo con i mezzi della comunicazione sociale, e per aver concesso a questo tuo Servo fedele, con il vivo desiderio della santità, un amore così grande per la salvezza dei fratelli, da offrire la sua giovane vita per l'Apostolato delle edizioni.
Ti preghiamo, Signore, di glorificare anche qui in terra questo tuo apostolo, a gioia e ad esempio di tanti giovani, affinché, aiutati dalla tua grazia e attratti dal suo esempio, compiano con amore e coraggio la missione, che per la tua gloria e per il bene degli uomini, affidi a ciascuno qui sulla terra.
Signore, per intercessione di Maggiorino, concedimi anche le grazie che ora ti chiedo...
Un Gloria e un' Ave.

Chi ottenesse per intercessione del Servo di Dio grazie e favori, è pregato di darne relazione al Sup. Generale della Pia Società San Paolo - Via Alessandro Severo, 58 - I-00145 Roma. Chi desidera immagini, medaglie, ricordi, biografie, può richiederli allo stesso indirizzo.

Con approvazione ecclesiastica

mercoledì, novembre 08, 2006

Die hl. Rita von Cascia

Heilige Rita von CasciaDie hl. Rita von Cascia wurde zu Rocca Porena in Italien im Jahre 1381 geboren. Nach einer fromm verlebten Jugend heiratete sie auf Wunsch ihrer Eltern einen Mann von rauhen Sitten, von Gott dazu bestimmt, die Geduld und Selbstbeherrschung Ritas auf eine sehr harte Probe zu stellen. Werktätige Gottes- und Nächstenliebe, vollkommener Gehorsam, heldenmütige Geduld und andere Tugenden zeichneten die hl. Rita aus.
Nach dem Tode ihres Mannes und ihrer beiden Söhne wurde Rita in das Kloster der Augustinerinnen zu Cascia aufgenommen, wo sie 44 Jahre hindurch ein Leben strenger Buße führte. Von Kindheit an trug sie eine innige Liebe und Andacht zum leidenden Heiland, der seine treue Dienerin durch die Stirnwunde auszeichnete.
Am 22. Mai 1457 hauchte Rita ihre schöne Seele aus. Gott verherrlichte sie duch viele auffallende Wunder, so daß sie gar bald die Zuflucht der Leidenden und Bedrängten wurde. In hoffnungsloser Lage wandte man sich im Gebete an die heilige Rita und fand Erhörung, weshalb sie genannt wird "Helferin in aussichtslosen Anliegen".
Rita wurde von Clemens XII. selig, von Leo XIII. am 24. Mai 1900 heilig gesprochen. (Fest am 22. Mai.)

St. Rita, liebste Rose mein.

St. Rita, liebste Rose mein,
In Augustini Garten
Möcht' ich so gerne Gärtner sein
Und deiner liebend warten.

St. Rita, liebste Rose mein,
In Gottes schönem Maien,
Ich säng', wär ich ein Vögelein,
Dir holde Melodeien.

St. Rita, liebste Rose mein,
Entrückt von dieser Erden,
Laß mich dir meine Dienste weih'n,
Ein Rita-Röslein werden.

Erwählung der hl. Rita zur Schutzpatronin

O glorwürdige hl. Rita, ich erwähle dich heute zu meiner besonderen Patornin und Fürsprecherin. Ich will dich fortan eifrig verehren, dein Tugendbeispiel getreu nachahmen und mich bemühen, daß deine Verehrung sich immer mehr ausbreite.
So nimm mich denn, o hl. Rita, als dein Pflegekind an: sei mir Schutz gegen alle Nachstellungen des bösen Feindes, stehe mir bei in allen Gefahren des Leibes und der Seele, bewahre mich vor Kleinmut und Verzagtheit; erflehe mir Gottes Segen zu allen meinen Unternehmungen, insbesondere aber die Gnade der Beharrlichkeit und eine glückselige Sterbestunde. Amen.

Gebet um Starkmut und Geduld

Heilige Rita, leuchtendes Vorbild der Starkmut und Geduld, erflehe mir von Gott die Tugend der heiligen Starkmut, damit ich den Beschwerden meines mühseligen Standes nicht unterliege, sondern bei allen Kämpfen feststehe und alle Widerwärtigkeiten standhaft ertrage. Erbitte mir auch vom göttlichen Herzen Jesu ein sanftmütiges Herz, das die Regungen des Zornes und der Ungeduld beherrscht und in Wort und Tat das Beispiel wahrer Gottergebenheit gibt. Zeige mir, o heilige Patronin, stets den rechten Weg, den ich wandeln soll, und lenke alle meine Arbeiten nach dem Wohlgefallen Gottes. Amen.

Imprimatur: Wirceburgi, 7. Martii 1924. Dr. Weidinger, vic. gen.
St. Rita-Verlag & -Druckerei, Würzburg

martedì, ottobre 24, 2006

Sant' Antonio Maria Gianelli

Parlo io dunque nuovamente ai miei diletti Chiavaresi: e loro annuncio quel Vangelo che per ben 12 anni ho loro predicato.
Siete voi dunque gli stessi che già mi ascoltavate da figli ed ai quali, senza qualche evangelica libertà, io parlavo da Padre?

15 Settembre 1893 - A. Gianelli

S.A. Gianelli - sc. di G. Pisi-Roma casa generalizia

mercoledì, settembre 20, 2006

Le Bienheureux Joachim Piccolomini des Servites de Marie

Le bienheureux Joachim Piccolomini
"Que le mal de cet homme tombe sur moi, et qu'il remercie le Seigneur d'avoir retrouvé la Santé". (Prière du Bienheureux Joachim).

Le Bienheureux Joachim naquit à Sienne en 1259. Son père était de la noble famille des Piccolomini et sa mère appartenait à la famille, noble elle aussi, des Pelacani, qui s'éteignit rapidement.

Esprit d'oraison
Dès ses premières années il fut très dévot à la Sainte Vierge et à peine savait-il balbutier qu'il disait à tout moment l'Ave Maria. Chaque jour il ne manquait jamais de visiter quelque église dédiée à la Vierge. Lorsqu'il fut plus grand, il prit l'habitude de jeûner chaque mercredi et chaque samedi en honneur de sa céleste Avocate, et se levait fréquemment à minuit pour faire oraison. A treize ans, après une vision de la Sainte Vierge, il entra dans l'ordre des Servites de Marie et reçut l'habit des mains de saint Philippe Benizi, qui prédit de lui de grandes choses. Comme religieux, il s'appliqua à acquérir les vertus auxquelles il tendait, surtout celle de la sainte humilité, qui lui fit, entre autres, renoncer au secerdoce et se réfugier au couvent d'Arezzo, pour fuir les applaudissements et la vénération de son entourage. Dans ses oraisons fréquentes et prolongées, il lui arrivait souvent d'être ravi en extase, et parfois, on lui vit une flamme allumée sur sa tête comme un signe de la charité brûlante de son coeur.

Charité anvers le prochain
Sa charité envers le prochain était, elle aussi, exemplaire. A Arezzo, et plus spécialement à Sienne, où il fut bien vite rappelé par ses Supérieurs, il fit beaucoup de bien, apaisant les querelles, convertissant les pécheurs et accomplissant d'insignes prodiges. Le fait suivant est très connu dans sa biographie. Un jour qu'il faisait le voyage de Sienna à Arezzo, il trouva dans un hôpital un pauvre malheureux atteint d'épilepsie: il se mit à le consoler. Mais l'infirme, railleur et mécontent, lui dit: "Vous parlez bien, mon Père, mais prenez un peu mon infirmité; je vous consolerai alors à mon tour". - "Ayez de bonnes intentions, mon frère, réplique Joachim, et peut-être que Dieu nous exaucera". Les choses se passèrent ainsi. Joachim pria avec ferveur: "Que le mal de ce pauvre homme retombe sur moi, que je porte dans le corps les douleurs de Jésus jusqu'à ma mort, et que cet homme remercie le Seigneur d'avoir recouvré la santé". L'nfirme guérit aussitôt, pendant que Joachim était assailli de sa pénible maladie, qui devait, dès lors, le tourmenter toute sa vie. A la vue de tant de miracles opérés par ce héros de la charité, la réputation de sainteté du Serviteur de Dieu allait toujours en augmentant parmi le peuple.

La récompense
Dans une dernière apparition de la Sainte Vierge, sa céleste Mère lui annonça sa mort prochaine. Celle-ci arriva, comme il l'avait désiré, le jour du Vendredi-Saint, pendant que les religieux chantaient à l'église ce passage du chant de la Passion: "Et ayant incliné la tête, il rendit l'esprit", il s'écria, en étreignant et baisant son Crucifix: "Me voici, mon Jésus crucifié". C'était le 16 avril 1305. A peine fut-il mort, que toute la ville, en proie à l'émotion, accourut le visiter, et l'église se remplit d'un parfum insolite et d'une exquise suavité.
Il commença depuis, et ne cessa plus jamais dans les siècles suivants, d'opérer de nombreux miracles et d'obtenir des grâces signalées, délivrant les possédés, guérissant toutes sortes de maladies, même les plus graves. Si bien que de nos jours les Siennois continuent la traditon séculaire de porter devant la châsse du Bienheureux, dans la basilique des Servites, leurs nouveaux-nés pour qu'ils reçoivent sa bénédiction en gage de protection pour toute la vie.


Prière au Bienheureux Joachim
pour obtenir une grâce

O héros de la charité chrétienne B. Joachim! Vous qui, imitant la pitié du divin Maître pour les souffrances du prochain, avez fait preuve de tant de générosité en supportant volontairement toute votre vie la terrible infirmité de l'épilepsie, pour en délivrer un pauvre malheureux, excédé de ses souffrances, et qui de mille autres manières avez subvenu aux nécessités spirituelles et corporelles de vos frères, ayez pitié de nous aussi, nous vous en prions, et implorez pour nous du divin Crucifié la grâce que nous désirons et que nous vous demandons si ardemment.
Et si, ô glorieux Bienheureux, vous voyez en nous des dispositions qui nou rendent indignes d'une telle grâce, aidez-nous à nous en purifier; donnez-nous un coeur contrit et humble pour les fautes commises, un amour semblable au vôtre envers Jésus Crucifié et la Très Sainte Vierge; une docilité pleine et entière aux divins vouloirs, une intention droite et une ferme résolution d'user du bénéfice de la grâce que nous demandons selon le bon vouloir divin et pour la plus grande gloire de Dieu. Ainsi-soit-il.

Trois Pater, Ave, Gloria.

venerdì, settembre 08, 2006

Il venerabile Don Andrea Beltrami

PREGHIERA

Gesù, nostro Dio e nostro Re, che nell'intima unione con Voi Sacramentato elevaste il piissimo Vostro Servo Don Andrea all'eroico programma di vivere solo per soffrire a gloria Vostra, degnateVi ora elevarlo all'onore degli altari; e nella Vostra infinita bontà concedete ai suoi divoti, insieme con le grazie che da Voi implorano a sua interessione..., anche quella di riuscire a sopportar con merito le tribolazioni della vita, per aver in fine il gran premio del paradiso. Così sia.

Pater, Ave, Gloria

Con approvazione ecclesiastica - Torino

venerdì, agosto 25, 2006

martedì, agosto 01, 2006

L'Immacolata dei Miracoli, Ivrea

Immacolata dei Miracoli, Ivrea
L'8 dicembre 1859, festa della Immacolata Concezione, i coniugi Pizio di Torino si facevano protestanti dietro promessa di aiuti finanziari, essendo essi nell'indigenza. Lo stesso giorno, il padre, Alberto Pizio, cercava di vendere alcuni vecchi mobili e, tra questi, un bel quadro della Vergine dipinto su legno.
Ma i compratori, vedendo l'immagine dell'Immacolata, proruppero in orrende bestemmie e uno di essi tentò ripetutamente di farlo a pezzi con una scure. Se non che la scure si ruppe, ma l'immagine rimase illesa. Infuriati i tre malviventi gettarono il quadro sul fuoco, ma il miracolo si ripeté: le fiamme carbonizzarono tutto il legno intorno alla immagine, rispettando prodigiosamente la figura della Vergine. I profanatori fuggirono allora spaventati e il Pizio nascose il quadro.
Un mese dopo, sua moglie, saputa la cosa, incredula e ostianata nelle sue idee, volle a sua volta tentare di distruggere il quadro. Lo asperse con alcool e gli diede fuoco. Nuovamente si ripeté il miracolo.
Tormentati dai rimorsi i due conigui si consigliarono con un Sacerdote, che suggerì loro di consegnare il quadro a qualche persona pia che pregasse per loro. Essi decisero di consegnarlo alle prime persone religiose che avrebbero incontrato la sera del mercoledì santo 1860.
La Provvidenza dispose che tali persone fossero precisamente due religiose della Congregazione dell'Immacolata Concezione d'Ivrea recentemente fondata.
Da allora il quadro venne gelosamente conservato dalle suddette Suore, le quali lo hanno ora esposto alla pubblica venerazione in un grandioso Tempio che sorge ad Ivrea presso la loro Casa Madre.
I fatti prodigiosi riguardanti la taumaturga Effigie vennero esaminati in un regolare processo canonico indetto nel 1910 dal Cardinale Agostino Richelmy di Torino; di esso si conserva copia autenticata nell'Archivio della Casa Generalizia di Roma.

NOVENA O TRIDUO ALL'IMMACOLATA DEI MIRACOLI

O Immacolata dei Miracoli, io confido pienamente in Te per questo mi prostro dinanzi alla Tua immagine e T'invoco. Liberami dalla tribolazione in cui verso come salvasti la Tua Effigie dai colpi della sacrilega scure e concedimi la grazia che Ti chiedo. Ave Maria.
O Vergine dei Miracoli, salvami dalle fiamme del peccato e dalla morte eterna come salvasti la Tua Immagine dal fuoco sacrilego e concedimi la grazia di cui ho tanto bisogno. Ave Maria.
Benedicimi, o Madonna dei Miracoli, ed accogli la mia preghiera. Fa che io ami ardentemente il Tuo Figlio Divino e salga ogni giorno verso di Lui rendendomi degna della grazia per la quale ora t'imploro. Ave Maria.

O Immacolata dei Miracoli - prega per noi.

lunedì, luglio 31, 2006

La Madonna del Paradiso - Parte Prima - Storia delle prodigiose manifestazioni - La Casa Santa

È noto che nelle diocesi di Sicilia si trovano degli edifizi, chiamati volgarmente case sante, perchè destinate a raccogliervi il clero e le varie classi dei fedeli per gli esercizi spirituali. Quella che abbiamo in Mazara fu fabbricata dai Padri Gesuiti forse due secoli or sono.

Il pio sacerdote don Francesco Sorrentino da Mazara con atto del 26 maggio 1742, ricevuto dal notaro don Alberto Salerno, donò irrevocabilmente al Padre Ignazio Stanislao Castiglia, Provinciale dei Gesuiti di Sicilia, un grande podere, allo scopo di erigere in Mazara una Santa Casa per gli esercizi spirituali al popolo. Subito dopo si diede inizio ai lavori su disegno dell'Architetto trapanese Gian Biagio Amico. I grandiosi lavori sospesi una prima volta nel 1744 furono ultimati sotto il governo di Mons. Girolamo Palermo, nel 1760, ed inaugurati con una Sacra Missione, diretta dal Padre Angelo Lentini.
È situata fuori della città, a Nord-Est verso la campagna; ha l'aspetto e la forma di un convento, e sorge a lato della strada che dalla campagna porta alla vicina chiesa del Paradiso.
Più volte i Padri Liguorini predicarono in questa casa verso la fine del secolo passato e nel decorso del corrente; e fu appunto la prima volta che gli esercitanti furono fortunati testimoni del prodigio che si manifestava nel sacro dipinto. Nella casa santa vi sono due cappelle a pian terreno, l'una detta del Crocifisso, l'altra del Paradiso. In quest'ultima fu primieramente collocata la nostra immagine della Madonna, che rappresenta l'Immacolata, ma che fu chiamata la MADONNA DEL PARADISO dal luogo in cui si trovava. È tradizione che la sacra Immagine abbia avuto culto in detta cappella dal principio dello scorso secolo; ma verso la fine dello stesso, cioè nel 1797, avvenne la prima volta il meraviglioso prodigio che stiamo per narrare.

sabato, luglio 01, 2006

La Madonna del Paradiso - Parte Prima - Storia delle prodigiose manifestazioni

Motivi di questa Storia
(Ristampa dell'Opuscolo scritto da un Padre Liguorino, Custode del Santuario, e stampato a Roma nel 1897 presso la Tipografia della Pace di F. Cuggiani.)

Fra le molte immagini di Maria SS.ma che si venerano nel mondo cattolico, merita certamente un posto distinto questa della nostra città di Mazara del Vallo, conosciuta sotto il nome soavissimo di MADONNA DEL PARADISO. E perchè questo dipinto à stato l'oggetto delle compiacenze della Madre di Dio, la quale si è degnata di illustrarlo con stupende manifestazioni, esso è certamente degno di speciale menzione. Diremo pertanto del prodigio in esso operato e bene spesso ripetuto, delle precauzioni prese per autenticarne la verità, degli onori fatti alla veneranda effigie, e del culto prestatole fino ad oggi dal devoto popolo di Mazara.
La pubblicazione di questa breve storia, appoggiata sui più autentici documenti, riuscirà tanto più gradita ed opportuna in quest'anno 1897, nel quale celebreremo il primo centenario del prodigioso avvenimento, che siamo per raccontare a gloria della Beata Vergina, e per la edificazione dei fedeli.

mercoledì, giugno 28, 2006

Preghiera alla Madonna del Paradiso

O Maria, Madre bellissima del Signore e Madre mia, rivolgi anche a me con tenerezza materna il tuo sguardo pietoso.
Se tu aprirai sopra di me i tuoi occhi, come da fonti prodigiose scenderanno nella mia anima le grazie più abbondanti della Redenzione.
Illumina la strada del mio esilio, o Stella del mare.
Conduci a vittoria i miei combattimenti spirituali, o Vergine potentissima.
Mostrami nel Scramento Eucaristico il tuo Gesù, o Mamma del bello amore.
Trasfigura nella tua bellezza sopranaturale la mia vita, o Immacolata.
Fortifica la mia fede perchè dovunque l'insegni e la difenda con l'esempio e la parola, o Regina degli Apostoli.
Donami la generosità di portare con gioia la mia croce fin sulla vetta del Calvario, o Madre del Crocifisso.
Tu che tutti esaudisci, e intercedi la salute eterna anche ai figli che non ti pregano, salva anche me, o Madre misericordiosa, che ti invoco con il più filiale e fiducioso amore.
L'ultimo nome che pronuncerò morente, sia il tuo nome, o Maria, e il primo volto che incontrerò sulla porta del cielo sia il tuo, o dolcissima Regina del Paradiso.

D. Giovanni Rossi
Con approvazione ecclesiastica

La Madonna del Paradiso e le Sue prodigiose manifestazioni in Mazara del Vallo (Sicilia)

P. Schembri Salvatore S.D.P.
  • Storia delle prodigiose manifestazioni
  • Documenti riguardanti il culto alla Madonna del Paradiso ed il suo Santuario
  • Cenni storici sul Santuario

Santuario "Maria SS. del Paradiso"
Missionari Servi dei Poveri - Mazara del Vallo (Trapani)

Nihil obstat, die 20 februarii 1967
Revisor Mons. Can. Iohannes Baptista Mancogna
Imprimatur, die 3 martii 1967
+ Iosephus Mancuso Episcopus

Cari Fedeli,

quest'anno, il 5 Marzo (1966), abbiamo celebrato il primo centenario dell'ultimo movimento degli occhi della Madonna del Paradiso. Ancora una volta avete tributato il vostro devoto omaggio di fede a di amore alle Santa Vergine affollando come non mai la Chiesa Cattedrale, dove, per l'occasione, la venerata Immagine era stata trasportata in devoto pellegrinaggio per disposizione dello Ecc.mo Vescovo Mons. Giuseppe Mancuso.

Come ricordo di questo centenario crediamo opportuno ripubblicare, con appena qualche ritocco, lo stesso volumetto pubblicato da un Padre Liguorino nel 1897, perchè questo prezioso attestato di amore verso la Vergine del Paradiso non vada perduto. Riportiamo in seguito la relazione dell'Arcidiacono Ingianni, testimonio oculare dell'ultimo movimento degli occhi, di cui abbiamo celebrato il centenario.

Ci è caro riportare in seguito alcuni documenti, che hanno un particolare significato per la storia del Santuario.

In fine vogliamo completare l'opera con un compendio di notizie storiche sul Santuario del noto studioso di storia patria mazarese Avv. Alberto Rizzo Marino, a cui va il nostro sentito grazie.

Possa questo libretto entrare in ogni famiglia mazarese a tener vivo il ricordo dei prodigi con cui la Madonna ha loro mostrato specialissima predilezione, e possa nello stesso tempo tenere accesa e potenzare in esse la fiamma di amore e di devozione per la Bella Madre ereditata dai padri.

Mazara, 4 Novembre 1966.

Festa della Madonna del Paradiso.

P. Schembri Salvatore S.D.P., Rettore - Parroco

In onore di San Giuseppe

Tutti i Fedeli, che bramano affidarsi al Patrocinio di S. Giuseppe, per godere in vita ed in morte della Sua paterna assistenza, possono facilmente iscriversi alle Pia Unione del Transito di S. Giuseppe.
Quest'ammirabile istituzione di culto e di carità si propone:
1) di promuovere il culto verso S. Giuseppe, Padre Putativo del Redentore, Sposo di Maria Vergine, Protettore della S. Chiesa e speciale Patrono della buona morte;
2) di stimolare gli stessi Fedeli ad invocare San Giuseppe a favore di tutti i morenti, nella lieta speranza di averLo singolare Avvocato nell'ora della loro morte.
La Pia Unione, suscitata da S. Pio X e dal Beato Don Luigi Guanella, è diffusa in tutto il mondo; annovera milioni di Fedeli, entre numerosi Sacerdoti, con a capo il S. Padre, offrono a turno ogni giorno circa 200 Sante Messe per le stesse caritatevoli intenzioni.
L'iscrizione non impone obblighi: basta recitare la seguente breve Giaculatoria:
"O S. Giuseppe, Padre Putativo di Gesù Cristo e vero Sposo di Maria Vergine, pregate per noi e per gli agonizzanti di questo giorno (o di questa notte)." (Ind. 300 giorni).

Per iscriversi, trasmettere il proprio nome a:
Pia Unione Transito S. Giuseppe, Chiesa S. Giuseppe al Trionfale, Via B. Telesio, 4 B - 00195 Roma

Con approvazione Ecclesiastica.