IMPROVVISO FERVORE RELIGIOSO
Il Santuario della Madonna della Neve in Frosinone è entrato nella storia il 10 maggio 1675.
Prima di quel giorno nessuno dei frusinati faceva attenzione ad una preesistente cappella dedicata alla Vergine, tranne un povero contadino, Ormisda Fontana, che la gente reputava un semi-deficiente.
Nel pomeriggio di quel 10 maggio le cose si capovolsero. Il luogo dove sorgeva la "cona" abbandonata diventò misteriosamente e quasi prepotentemente un centro di attrazione e di convegno da parte dei frusinati e di gente dei paesi limitrofi.
Il 21 novembre 1675 il nuovo vescovo diocesano, Riccardo degli Annibaleschi della Molara, venuto appositamente a Frosinone, si reca processionalmente sul luogo, accompagnato "da tutto il clero di Frosinone, da moltissimi gentiluomini e cittadini e da una grande massa di gente forastiera" (Arch. Vesc. Veroli, Registro delle S. Visite.) Quivi benedice e pone solennemente la prima pietra per la costruzione di una chiesa più grande della precedente cappella. Ritorna poi il 17 aprile 1676, trova già ultimata le fondamenta, presenzia alla donazione dell'area per la costruzione del tempio e della piazza antistante e, visto il grande afflusso delle spontanee elemosine, nomina dodici deputati con a capo il sindaco del tempo, perché presiedano e dirigano il lavori, raccolgano e amministrino le offerte dei fedeli.
In poco più di un anno la chiesa fu ultimata in tutte le sue parti, sagrestia e companile compresi, e fu provveduta di tutti gli arredi sacri.
L'8 maggio 1678, quarta domenica dopo Pasqua, fu solennemente consacrata. Lo stesso anno si pensò di chiamare una comunità religiosa per la cura del santuario e costruirvi a fianco un convento, cosa però che non si effettuò subito.
COME SPIEGARE L'ESPLOSIONE DI FERVORE?
Questi brevi e sommari dati di cronaca, già abbastanza eloquenti per se stessi, ci obbligano ad una ulteriore ricerca, specie se si tengono presenti altri fatti di quell'epoca. Di essi ne ricordiamo tre.
Nel 1645 era caduto il vecchio loggiato della piazza del mercato e dei pubblici bandi. Si trattava di un luogo importante per la vita della città. Eppure troviamo che la ricostruzione fu ultimata nel 1665, con una spesa di ducati 19 1/2, più scudi 16 per la tettoia. Nel 1652 era stato travolto il ponte della Fontana dalle acque del fiume Cosa. L'amministrazione comunale, per un motivo o un altro, poté finire i lavori solo nel 1665, ossia dopo 13 anni dal disastro. Eppure si trattava di un'esigenza pressoché vitale.
Nella guerra del 1556 erano state distrutte o gravemente danneggiate ben sei chiese. Ma nessuna di queste fu ricostruita. Anzi, quando i vescovi nelle sacre visite prescrivevano riparazioni di cappelle, passavano molti anni prima che i lavori fossero eseguiti.
Come mai dunque il fenomeno della Madonna della Neve? Come si spiega la rapida costruzione della chiesa?
IL FATTO STRAORDINARIO
Sul tramonto del ricordato 10 maggio 1675 dinanzi la vecchia "cona" si videro convenire gruppi di gente da Frosinone e dai paesi limitrofi. Nessuno li aveva convocati. Come mai dunque si era verificato quel misterioso appuntamento? Gli stessi presenti se lo chiedevano tra loro.
Mentre si esternavano questa comune sorpresa, i loro occhi furono presi da uno strano fenomeno. La fronte dell'immagine della Madonna incominciò ad emettere delle gocce di sudore. Queste erano come bianche perle ed emanavano luminosissimi raggi. Il volto poi, lasciando il colore scuro della pittura, diveniva roseo come quello di una persona reale. Il prodigio non era un'illusione, perché durò lungo tempo e si ripeté molte volte, per diversi mesi, dinanzi alle folle, a gruppi di pellegrini, e a persone isolate. Fu controllato e studiato in primo luogo dal nominato vescovo Riccardo degli Annibaleschi quando venne a porre la prima pietra della nuova chiesa. In quella circostanza egli esclamò commosso: "Il Signore è meraviglioso nei suoi Santi, ma è più meraviglioso nella sua Madre" (Bianch P., o.c., p. 15-16; Sal. 67, 36.) Fu poi riconosciuto per fatto straordinario e soprannaturale, anche dal Card. Franceso Orsini (poi Benedetto XIII), che venne sul luogo nell'aprile 1676 e dal consultore del Santo Ufficio, D. Gaetano Miroballo, poi arcivescovo di Amalfi. Il fervore, che aveva suscitato il prodigio, indusse le autorità religiose e civili a presentare una relazione al Papa Clemente X e a chiedere l'indulto dell'indulgenza plenaria per i fedeli che pellegrinavano sul luogo a venerare la Madonna. Il Pontefice il 25 luglio 1675 concesse la grazia richiesta, però a decorrere dal 5 agosto 1676, perché, essendo in corso l'Anno Santo, non era opportuno distrarre i fedeli dalla celebrazione del Giubileo.
Frattanto si verificavano altri prodigi a favore degli ammalati, che ricuperavano la salute, la vista o l'uso delle gambe.
Il primo storico ne ha tramandati n. 43, ricavandoli dalle prime cronache che andarono perdute durante l'occupazione napoleonica.
Ricordo des III Centenario 1675 - 1975, 10 Maggio
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