martedì, maggio 08, 2007

Flora Manfrinati e Nostra Signora Universale

"Temi l'esilio e rifugiati sotto il Mio Manto." - "Io sono la Madre Universale, Mamma di tutti, di tutti i dolori, di tutti i desideri..." - "Ogni volta che l'occhio di creatura si poserà sulla Mia Immagine, avrà la Mia Benedizione."

Visto nulla osta Torino 21 giugno 1957 - Can. Luigi Carnino Revisore - Imprimatur Can. V. Rossi Prov. Gen., Curia Metropolitana Taurinensis - Educatrici Apostole Figlie di N.S. Universale, via S. Francesco da Paola 42 - Torino.

Nata nella bonifica ferrarese, il 7 luglio 1907, ricca di doni naturali e di rara bellezza, a tre anni fu trovata dai familiari, dopo angosciose ricerche, presso la concimaia dove era rimasta, priva di sensi, esposta allo scottante sole di luglio ed alle esalazioni del luogo.
Sul suo corpo, diventato tutto nero, si aprirono piaghe, le quali, invece di guarire, si approfondirono in modo inspiegabile sempre più.
Dio fin da quella tenera età l'aveva chiamata alla sofferenza.
Senza un lamento, Flora, vero piccolo Giobbe, passò i suoi anni giovanili a casa o al mare, dove andava d'estate per cura, tra le sofferenze atroci delle sue piaghe purulenti.
Rimase cieca per sette anni e non potè frequentare la scuola per imparare a leggere e a scrivere, neanche quando ebbe la vista, che riacquistò improvvisamente - ma sempre in misura limitata - mentre già era sul tavolo operatorio per l'asportazione di un occhio.
Fu una bimba sensibilissima, ma forte per la volontà che tutto equilibrava. Coraggiosa, per non far pesare il suo stato ai familiari, volle presto medicarsi da sè in modo energico e senza pietà. Si proibì ogni atto di debolezza e rinnegò se stessa fin nelle più piccole cose. Nonostante tutto, nell'animo suo non era penetrata la tristezza. Più tardi ne dava la spiegazione che riportiamo con le sue stesse parole.
"Diceva una volta Chi è più intelligente di me: - Se l'anima guarda il Crocifisso, non può avere che sensi di compassione; contemplandolo a lungo ella si sente penetrare tutta dalle sofferenze e dalle pene di Gesù. Come può allora sollevarsi con pensieri più sereni o come può ridere, essere giuliva se il suo Maestro soffre? Anche se guarda Gesù adulto ella vede ancora l'ombra della passione dipinta negli occhi del Signore. Devono quindi le anime essere piagnucolanti? No! Guardiamo il Piccolo Gesù; a Lui piacciono i fiori, gli uccelli, gli alberi, il mare; Egli sorride alla Mamma, gioca ed è felice - ".
Questa giovinezza interiore, unita al calore che sprigionava dal suo cuore verso le anime, fu la ragione del suo irresistibile fascino.
A 11 anni ricevette la prima Comunione ed ottenne la grazia della guarigione istantanea delle piaghe più visibili e della gamba e del braccio rattrappiti. Le piaghe nascoste si chiusero poco per volta molto più tardi, ma di esse le rimase per tutta la vita il dolore, come se fossero sempre aperte.
Il lungo tirocinio di sofferenza la consacrò Apostola, anche se priva del tutto di studi e di mezzi umani. Incominciò in casa prestissimo, coi bambini del paese; poi presso lo zio Monsignore in diverse parrocchie; in seguito in Piemonte, nell'Azione Cattolica di Testona e di Moncalieri; come fondatrice di un asilo a Palera e di iniziative eucaristiche in vari luoghi; durante la guerra mondiale e negli anni successivi all'Oratorio di S. Michele (tenuto dalle Suore Missionarie della Consolata), al quale dedicò dieci anni della sua eroica attività, salvando l'opera e dandole un nuovo meraviglioso rifiorire.
I malati dell'ospedale la conobbero mirabile consolatrice. La gioventù si sentiva attratta dalla sua parola e dalla sua personalità: era una vera trascinatrice.
Fu preziosa consigliera delle anime, nelle quali sapeva leggere per intuito sopannaturale.
Dotata in modo straordinario di doni di Dio, visse nascosta tutta la vita nelle occupazioni più umili, che non le impedivano tuttavia di dettare pagine sublimi per elevatezza di pensieri e preziosità di insegnamenti. Non lesse mai alcun libro nella sua vita.
All'umiltà aggiunse la fortezza mirabile nelle continue difficoltà e lotte; una fede travolgente, un amore che la immolò tutta nella sete delle anime; uno spirito cristiano, di letizia che portava al bene. Dotta per i lumi dello Spirito Santo, semplice in tanta abbondanza di sapienza, prudente nelle vie del mondo, raggiuse la perfezione anche in tutti i suoi lavori.
Fu grande organizzatrice con minimi mezzi.

Nel 1950 lasciò per volere divino l'Oratorio San Michele.
Fondò la Famiglia delle Educatrici Apostole, per arrivare a tutti i bisogni delle anime, nella Casa Famiglia Madonna degli Angeli.
La sua spiritualità, segnata dalla croce, ma irradiata di serenità, si concentrò tutta nella SS. Eucaristia, nella più grande attrazione a Gesù Bambino e in una luce purissima di immensa devozione alla Madonna.
La Chiesa, la Sede di Pietro, i Martiri delle catacombe, gli Apostoli del Vangelo e, specialmente negli ultimi anni, la croce, nello sforzo continuo di misurarsi ad essa, furono i suoi più grandi ideali.
Aprì le sue braccia in croce, come le era stato predetto, e morì, tra indicibili sofferenze - sopportate senza volerle alleviare con rimedi umani - dopo aver lasciato tutto il patrimonio delle sue ricchezze spirituali alle sue Sorelle in Cristo ed alle anime, il 12 marzo 1954, nella Casa dove nacque l'Opera delle Educatrici Apostole in Torino (v. S. F. da Paola 42).

2 commenti:

donato ha detto...

o beata sorella prega per noi

Federico Caruso ha detto...

Venerabile Flora Manfrinati prega x me,la mia salute,per la mia famiglia e i miei amici...Amen